Entro 18 mesi andranno recuperati o abbattuti.
Oggi sul nostro blog torniamo a parlare di Milano. E lo facciamo con una notizia che colpisce i proprietari dei circa 180 immobili abbandonati e in condizioni di degrado presenti in città, i quali hanno ricevuto un ultimatum dall’assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran: “cari proprietari di immobili abbandonati, oggi vi stiamo spedendo una lettera piena degli impegni previsti nel nuovo PGT. Tic Tac il tempo scorre e dovete agire!”. Questo è solo l’inizio della nota con cui l’Assessore ricorda, anche sui suoi canali social, gli obiettivi fissati dal Piano di Governo del Territorio per Milano 2030. Il messaggio continua così: “la proprietà è un diritto che va esercitato con responsabilità nei confronti degli altri”.
Qual è dunque adesso la responsabilità per chi possiede questi immobili? Dopo che Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale, ha censito i 180 proprietari, ha comunicato loro che dal momento in cui ricevono la lettera come attuazione del PGT hanno 18 mesi di tempo per abbattere l’immobile abbandonato e salvaguardare i loro diritti edificatori. In alternativa, potranno procedere al recupero con un proposta validata proprio nei 18 mesi e con l’avvio dei cantieri nei 12 mesi successivi, utilizzando i nuovi vantaggi del PGT per Milano 2030. In alternativa, perderanno tutti i diritti edificatori eccedenti l’indice base di 0.35mq/mq, a volte inferiore del 90% ai loro diritti precedenti.
Questa norma è stata pensata particolarmente guardando agli immobili dell’area di via dei Medici del Vascello, a Rogoredo, tanto che le prime lettere sono state spedite anche simbolicamente proprio ai proprietari degli immobili presenti in questa zona. Con il nuovo PGT il Comune di Milano chiarisce che non esistono giustificazioni per lasciare gli immobili abbandonati in un periodo in cui la città è in crescita e c’è bisogno di case, senza contare che buona parte dei proprietari sono fondi, enti, assicurazioni e banche che hanno le possibilità per intervenire. Sempre secondo Maran, “molti hanno già iniziato a interfacciarsi con gli uffici del Comune, ne siamo contenti, saremo al loro fianco sopratutto nel momento in cui le intenzioni diventeranno azioni e pratiche amministrative”.
Ricordiamo che il PGT per Milano 2030 è operativo da quasi due settimane, in particolare dal 5 febbraio, con tre obiettivi prioritari per una città più equa e sostenibile: l’incremento dell’offerta di case in affitto a prezzi accessibili, la tutela del territorio con la riduzione del 4% del consumo di suolo rispetto al Piano precedente e la rigenerazione delle periferie, a partire dalle piazze e proprio dalla lotta agli edifici abbandonati. Ma di quali edifici parliamo in particolare? Sul sito del Comune si legge che “si considerano abbandonati gli immobili dismessi da 24 mesi che determinano pericolo per la sicurezza o per la salubrità o l’incolumità pubblica o disagio per il decoro e la qualità urbana”.
Sul sito c’è un’altra informazione degna di nota che diverse testate non hanno riportato: “gli interventi di bonifica dei suddetti edifici, ricadenti in Ambito di Rinnovamento Urbano, riconosciuti come attività di interesse pubblico, sono da considerarsi come opere a scomputo secondo modalità e condizioni definite dagli uffici competenti dell’Amministrazione”. Ciò significa che in qualche modo ad alcuni proprietari potrebbe convenire riconvertire gli edifici il loro possesso progettando nuovi spazi a misura d’uomo, potendo contare sulle detrazioni previste dal Comune e in linea con una tendenza che coinvolge sempre più immobili, l’Abandonalism: potrebbe sembrarvi strano, ma sono sempre di più gli edifici abbandonati utilizzati come location di sfilate, ristoranti o mostre, solo per fare alcuni esempi.