Gli immobili si sono svalutati del 29%, offrendo nuove opportunità d’acquisto.
Bentornati sul blog dedicato ai professionisti e agli appassionati del settore immobiliare. Oggi parliamo di una nuova opportunità che si sta delineando nel mondo delle aste giudiziarie, che stanno diventando sempre più vantaggiose. Acquistare un immobile o un terreno dal tribunale infatti oggi può essere molto conveniente, anche se molti italiani tendono a non farlo a causa della loro diffidenza nei confronti della burocrazia. Ma perché parliamo di convenienza? Si pensi che nel 2019 gli immobili messi all’asta in Italia sono stati 160.594, per un totale di 254.649 aste. Visto che moltissime aste sono andate deserte, durante l’anno gli immobili si sono svalutati mediamente del 29%, diventando perciò notevolmente interessanti rispetto ai normali prezzi di mercato.
Ad affermarlo è lo Scenario Aste Immobiliari 2019, un’analisi realizzata con il patrocinio dell’Osservatorio T6, Tavolo di Studio sulle Esecuzioni Italiane. Si tratta della prima indagine basata esclusivamente sui dati del Portale delle Vendite Pubbliche (PVP), in cui confluisce obbligatoriamente la pubblicità legale di tutte le aste immobiliari bandite in Italia, riguardanti sia le esecuzioni immobiliari che le procedure concorsuali. Come abbiamo accennato, nel corso del 2019 sono stati messi all’asta 160.594 lotti, per lo più riguardanti singoli immobili o complessi immobiliari venduti in blocco. C’è da tenere presente che questo dato è diverso da quello relativo al numero complessivo di aste avvenute nel nostro Paese, che ammontano a 254.649 e vanno intese come gli esperimenti di vendita dei lotti.
In passato i due dati sono stati confusi o trattati con superficialità, mostrando un quadro tutt’altro che chiaro e preciso del mercato. Invece lo Scenario Aste Immobiliari 2019, tenendo conto della differenza fondamentale tra aste e lotti, rafforza ulteriormente l’alto grado di affidabilità della relazione per quanto riguarda la rappresentazione e l’analisi dei dati sulle aste immobiliari che si sono tenute in Italia durante lo scorso anno. Concentrandoci sui 160.594 lotti all’asta, dall’indagine emerge che il 56% sono residenziali, il 34% non residenziali e il 10% sono terreni. Per quanto riguarda le ragioni della messa in vendita all’asta, il 76% dei lotti è coinvolto in procedure esecutive, il 22% in procedure concorsuali (fallimenti e concordati preventivi) e il 2% arriva da altre procedure di liquidazione.
Un altro dato interessante da considerare è che durante il 2019 il 59% dei lotti è andato all’asta una sola volta. Questo significa che c’è una complessiva lentezza delle procedure di vendita, che in caso di mancato acquisto del lotto prevedono che questo venga rimesso all’asta a un prezzo svalutato maggiormente rispetto al suo valore effettivo e solo dopo un periodo minimo di sei mesi. Ma qual è stato il valore degli immobili messi all’asta l’anno scorso? A fronte del valore complessivo di 18 miliardi di euro a cui i lotti sono stati messi in vendita (considerando l’offerta minima), la loro svalutazione dovuta alle aste deserte è stata di 3,4 miliardi di euro. E in particolare, la svalutazione media di un lotto messo più volte all’asta è stata del 29%. Da cosa dipende questo fenomeno?
Il motivo principale della scarsa partecipazione alle aste immobiliari risiede nel forte scetticismo dei potenziali compratori, i quali hanno difficoltà a considerare questo tipo di acquisto come una valida alternativa offerta dal mercato immobiliare. Anche se rispetto al passato questa diffidenza da parte degli italiani si è attenuata, a tutt’oggi questi ultimi sono ancora restii ad avvicinarsi al mondo delle aste immobiliari. Perché? Certamente la causa è un sistema burocratico poco accessibile, che tende a respingere i potenziali acquirenti a causa delle sue procedure ostiche. Ma la situazione delle aste giudiziarie non è la stessa in tutto il Paese, dato che ci sono differenze sostanziali tra le diverse città, province e regioni italiane.
La provincia con il maggior numero di immobili all’asta è quella di Roma, con ben 7.327 lotti. A seguire c’è Milano, con 6.746 lotti e poi Bergamo, con 5.081 lotti. Al contrario, la provincia con il numero minore di immobili all’asta è quella di Oristano, con solo 166 lotti. Sul prezzo degli immobili ci sono notevoli differenze tra nord e sud: ad esempio, in media i lotti in vendita a un prezzo più alto sono gli immobili non residenziali siti in Friuli Venezia Giulia, dove l’offerta minima media è di 526.813 euro. Quelli in vendita a un prezzo più basso invece sono i terreni in Basilicata, con un’offerta minima media di 35.915 euro. Sempre l’anno scorso, l’asta con il prezzo più basso ha riguardato una quota di terreno in provincia di Palermo a 100,10 euro, mentre l’asta con il prezzo più alto è stata quella per un albergo di Roma a 42.290.000 euro. I lotti residenziali, che in Italia vanno per la maggiore, sono stati messi in vendita in media a 76.525 euro. Nel dettaglio, quelli mediamente più costosi si trovavano in Trentino Alto Adige a 125.981 euro e quelli più economici in Calabria a 45.146 euro.