L’erosione del valore delle proprietà a rischio catastrofe naturale.
Bentornati sul nostro blog. Anche questa settimana parliamo di immobiliare, ma in un modo diverso dal consueto. Se infatti solitamente ci rivolgiamo agli agenti immobiliari, agli acquirenti o ai venditori, oggi vogliamo parlare indistintamente a tutti di una grande questione: quella climatica. Ma cosa c’entra con il settore immobiliare? La risposta è semplice: un sempre maggiore numero di immobili delle zone costiere perde valore perché è a rischio erosione, tsunami o inondazione. Detto in breve, quando il livello del mare sale, il valore degli immobili sui litorali scende.
Se non credete alle parole, parliamo di numeri: in Inghilterra una media di 260 milioni di sterline l’anno è il danno per le perdite dovute all’erosione costiera, che attualmente mette a rischio 8.900 proprietà immobiliari. Si pensi anche che per le inondazioni costiere gli immobili a rischio sono ben 520mila. E proprio nel nord dell’Inghilterra si trova la zona costiera con il più alto tasso di erosione in Europa: si tratta della costa dell’Holderness, dove negli anni tempestosi le onde del Mare del Nord rimuovono tra i sette e i dieci metri di litorale.
Più in generale le coste europee manifestano crescenti tassi di erosione. Anche in questo caso però argomentiamo con i numeri: l’Agenzia Europea dell’Ambiente prevede che la spesa pubblica dell’UE per la protezione costiera dal rischio erosione e inondazione toccherà i 5,4 miliardi l’anno per il periodo che va dal 1990 al 2020. E in Italia? La costa nostrana è lunga circa 7.500 chilometri e il 42% delle coste basse sono già in stato di erosione. Senza contare che l’aumento del turismo e dell’urbanizzazione in atto peggiora di giorno in giorno la situazione, perché anche le persone e gli immobili sono esposti ai danni delle erosioni.
Le catene alberghiere con proprietà immobiliari costiere sono state tra le prime a capire la portata del problema e c’è una sempre maggiore consapevolezza dell’impatto del cambiamento climatico sugli immobili. Ma d’altro canto buona parte delle polizze assicurative, pur coprendo i danni provocati dalle inondazioni, non copre quelli dovuti a calamità causate dagli aumenti del livello degli oceani e dei mari, onde fuori misura e alte maree imprevedibili. Inoltre il settore degli investimenti immobiliari non ha ancora sviluppato strategie sufficienti ad affrontare le perdite previste: secondo alcuni studi sul mercato immobiliare in Germania, Finlandia e Florida emerge che le abitazioni esposte al rischio dell’innalzamento del livello del mare sono state vendute per molto meno del loro valore, o il loro valore è cresciuto meno rispetto a immobili simili.
Infine, a settembre è stato reso pubblico il rapporto 2019 sugli oceani dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che evidenzia come a lungo termine le conseguenze dei rischi climatici quali l’innalzamento del livello del mare, i venti estremi e il caldo renderanno ancora più vulnerabili le coste e le risorse presenti in queste aree, tra cui naturalmente gli immobili: se il riscaldamento non si interrompe a 1,5 gradi Celsius il livello del mare si innalzerà tanto da costringere circa 280 milioni di persone a migrare nell’entroterra, perché le coste si ritireranno di conseguenza.
Cosa fare per contrastare questa tendenza? Ultimamente nel settore immobiliare stanno emergendo nuove tecnologie per valutare meglio i rischi degli investitori e per esplorare gli impatti potenziali dei cambiamenti climatici. Un esempio è la piattaforma Jupiter ClimateScore Intelligence, uno strumento che fornisce un’analisi dei rischi per importanti mercati immobiliari statunitensi. Poi c’è Digital Coast, una risorsa gratuita della National Oceanic and Atmospher Administration degli Stati Uniti che fornisce dati, strumenti, formazione e informazioni sulle coste statunitensi. Tra le altre cose, Digital Coast permette di visualizzare gli impatti di un’inondazione fino a tre metri sopra la media dell’alta marea.
E l’Italia? Il nostro Paese segue le ultime regolamentazioni europee in materia e ha sviluppato il Tavolo Nazionale sull’Erosione Costiera (TNEC), che stabilisce le linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici. Fortunatamente nei prossimi anni aumenterà l’impegno nelle politiche di gestione costiera integrata, nella pianificazione dello spazio marittimo e negli investimenti per la protezione delle aree costiere. D’altro canto però, se gli eventi disastrosi continueranno ad aumentare come prevedono gli scienziati, è possibile che il settore immobiliare si trovi in una situazione insostenibile.