Le compravendite residenziali subiranno una battuta d’arresto.
Bentornati sul nostro blog. Il lockdown dura ormai da circa un mese e mezzo e, come abbiamo visto anche nei precedenti articoli, sta già avendo risvolti negativi sul mercato immobiliare. In prospettiva, inoltre, gli effetti della pandemia e della relativa quarantena risultano terribili se osservati attraverso le previsioni del numero di compravendite residenziali, che presumibilmente nell’arco dei prossimi mesi mostreranno una battuta d’arresto. In particolare, per quest’anno è attesa una riduzione di almeno 50mila transazioni, con prezzi stabili o in lieve ribasso.
Il drammatico inaridimento del mercato immobiliare che si profila all’orizzonte dipende essenzialmente da due ragioni: in primo luogo, dalla pressoché totale impossibilità di promozione di queste settimane. Secondariamente, dal progressivo indebolimento del tessuto economico del Paese, che sotto diversi aspetti è già intuibile. Luca Dondi dall’Orologio, amministratore delegato di Nomisma, arriva ad affermare che “la durezza dell’impatto di pandemia e soluzioni di contenimento adottate riporterà le lancette dell’immobiliare indietro di circa sei anni”.
Stando a questo scenario, le previsioni per i mercati immobiliari che prima della crisi avevano manifestato più slancio e dinamismo appaiono impietose: parliamo di città come Bologna e Milano, che avevano chiuso il 2019 con notevoli aumenti di prezzo e che potrebbero registrare un rallentamento della crescita, tornando verso la stabilità dei valori. Sempre secondo Dondi dall’Orologio, i dubbi e le incertezze della prospettiva post lockdown “consentono il propagarsi di un virus che rischia di avere un tasso di letalità di gran lunga superiore rispetto a quello del Covid-19”.
Ma di quale prospettiva parla l’amministratore delegato di Nomisma? Prima di tutto la quarantena, la distanza sociale forzata e l’indebolimento dei settori immediatamente esposti alla crisi porteranno alla perdita di posti di lavoro e all’aumento generalizzato della propensione al risparmio. In seguito ci sarà un’inevitabile e massiccia flessione della domanda aggregata, che porterà a una crisi di liquidità per le imprese, specialmente quelle più esposte sul mercato domestico che sono la maggior parte. E questo fenomeno porterà a sua volta a un ulteriore calo della domanda.
Questa spirale depressiva potrà essere mitigata solo da una massiccia immissione diretta di liquidità, alla quale dovrà aggiungersi un piano di garanzie pubbliche per far sì che le banche non taglino linee di finanziamento all’ineluttabile crescita dei crediti di dubbia esigibilità. Il fine deve essere quello di stabilizzare il sistema, al fine di contenere le conseguenze economico-finanziarie dell’emergenza sanitaria. Ma se gli obiettivi appaiono chiari e condivisi, non è così per le dotazioni di risorse e le strategie operative, che devono ancora tradursi in azioni immediate.