Meno immobili in affitto per brevi periodi a causa del Covid-19.
Sul nostro blog trovate sempre le ultime notizie sul mondo dell’immobiliare. E anche questa volta vi aggiorniamo puntualmente sulle tendenze più recenti che riguardano il settore. In particolare, oggi parliamo degli affitti brevi, che prima della pandemia stavano vivendo un vero momento di boom. C’erano diversi motivi per cui questo business cresceva esponenzialmente, attraendo un numero sempre maggiore di proprietari di immobili: c’era chi aveva come obiettivo l’investimento, chi voleva mettere a reddito una proprietà o chi addirittura aveva reso l’affitto a breve termine un mestiere a tutti gli effetti.
Negli ultimi anni prima del coronavirus, perciò, l’affitto degli immobili per brevi o anche per brevissimi periodi stava cambiando nettamente la fisionomia del mercato immobiliare. E le abitazioni degli italiani ospitavano migliaia di turisti, studenti, professionisti e lavoratori, finché la crisi dovuta al Covid-19 non ha cambiato la situazione in modo radicale: nell’arco di pochi mesi, infatti, il comparto degli affitti brevi è stato tra quelli che ma risentito maggiormente della crisi. D’altro canto però il mercato immobiliare ha registrato nuovo trend, ossia l’incremento delle locazioni per lunghi periodi. Per quale ragione?
In un momento critico in cui vendere a buone condizioni il proprio immobile è tutt’altro che semplice, chi ne ha la possibilità rinuncia a cedere la proprietà e la affitta, ma inevitabilmente lo fa per periodi più lunghi. E chi decide di andare in affitto a lungo termine lo fa essenzialmente per due ragioni: in primo luogo si tratta di persone che avrebbero dovuto comprare casa ma non sono più in grado di farlo. Secondariamente sono individui che vogliono migliorare la propria condizione abitativa, perché durante il lockdown hanno cambiato abitudini di vita e la loro casa si è dimostrata troppo piccola.
Per quanto riguarda la domanda degli affitti brevi, invece, se ne registrano e se ne registreranno sempre meno per tre ordini di motivi che appaiono piuttosto ovvi: il primo è il calo del turismo, che certamente si protrarrà anche nei prossimi anni. Il secondo è che gli studenti molto probabilmente continueranno a frequentare da casa. Infine, anche i lavoratori e i professionisti non avranno più bisogno di affittare immobili per periodi ridotti di tempo, perché le aziende hanno scoperto che l’efficienza e le performance non cambiano nel momento in cui il lavoro è gestito da remoto.
Queste considerazioni sono confermate da un’analisi sui trend delle vendite e degli affitti dalla fine della Fase Uno nelle principali città. Ad esempio Milano perde il 21% dell’offerta complessiva di immobili ad uso abitativo in vendita e guadagna il 25% dell’offerta di affitti. Se si considerano le offerte dei privati il dato è ancora più marcato: -85% di vendite rispetto a un anno fa e +26% di affitti. A Roma il calo delle vendite è del -1,8% e gli affitti aumentano del 28%. A Torino si registra il -2% di vendite ma addirittura il +101% di affitti, mentre a Bologna le vendite diminuiscono del -18% e gli affitti salgono al +109%. Infine a Napoli crescono sia le vendite che gli affitti, rispettivamente del +8% e del 20%.
E in futuro? Stando agli esperti, il mercato immobiliare pagherà presto le conseguenze del Covid-19: si pensi che in previsione, rispetto al 2019, le case che si venderanno saranno tra le 150mila e le 200mila in meno. Sul fronte dei prezzi invece non dovrebbero esserci grandi stravolgimenti: gli immobili di valore che possiedono un terrazzo, dei balconi o sono ai piani alti non subiranno flessioni di prezzo. L’unica opportunità di acquistare una casa a un prezzo vantaggioso si prospetta nel caso in cui il proprietario avrà urgenza di vendere in quanto colpito dalle conseguenze della pandemia.