I quartieri dovranno rispondere alle nuove necessità di vita e di lavoro.
Bentornati sul nostro blog, che anche oggi vi aggiorna sulle ultime novità che riguardano il mercato immobiliare. E naturalmente, dato che in questo periodo l’intero settore risente dell’emergenza coronavirus, anche stavolta non possiamo evitare di raccontarvi quali prospettive attendono il mondo del real estate alla luce dei drammatici cambiamenti in atto. Nel dettaglio, stavolta prendiamo spunto dalle recenti dichiarazioni di Carlo Masseroli, city executive di Arcadis, multinazionale che riveste una posizione di leadership nella consulenza ingegneristica e ambientale.
Secondo Masseroli, sul fronte del real estate le nostre città subiranno un pesante contraccolpo in seguito alla crisi dovuta al coronavirus e di conseguenza andranno cambiate le modalità di progettarle e gestirle: negli ultimi tempi la rigenerazione urbana è un tema centrale dell’immobiliare e l’obiettivo è ripensarla subito “in base alle novità che stiamo vivendo”. Inoltre, la pubblica amministrazione dovrà fare la propria parte, perché “la fluidità del processo amministrativo non è più rimandabile”.
Di quali cambiamenti parliamo in particolare? Di quelli che riguarderanno i quartieri, che si modificheranno in base alle nuove abitudini di vita e di lavoro delle persone. Masseroli afferma che questi “dovranno essere resilienti, ossia luoghi adatti a modificarsi al mondo che cambia”, “in grado di adattarsi sulla base delle nuove abitudini degli utenti”. I nuovi quartieri dovranno essere costruiti per consentire alle persone una gestione libera del tempo e dotati di servizi h24 per venire incontro a ogni esigenza, come ad esempio il leisure e l’entertainment. In questi luoghi gli uffici saranno in parte sostituiti da abitazioni sempre più grandi e dotate di spazi multifunzionali.
Altre caratteristiche indispensabili dei nuovi quartieri dovranno essere l’aria salubre, la pulizia, il monitoraggio della nostra salute attraverso le nuove tecnologie e l’iperconnessione, per facilitare lo smart working anche fuori dall’orario di lavoro tradizionale. A questo proposito, quanto accaduto ha accelerato un processo già in atto nel mondo del lavoro: dato che il sistema dello smart working si è dimostrato valido, in futuro sempre più persone vorranno e potranno gestire il proprio tempo autonomamente. E di ciò dovranno tenere conto gli investitori che punteranno ancora sugli uffici e sulle residenze.
Ma per fare in modo che i player privati riprendano a rischiare sullo sviluppo dell’Italia “ci sarà bisogno di un soggetto pubblico disposto a investire in funzioni attrattive, a basso rendimento e ad alto valore aggiunto”, dichiara Masseroli. In generale, ancora non sappiamo con certezza che impatto avrà questo periodo così difficile sul mercato del real estate. Però appare evidente che ci vorrà del tempo per tornare alle quantità e agli importi delle transazioni immobiliari del 2019. E le agenzie, che si erano abituate a raccogliere i frutti di un mercato in ripresa pressoché costante, sono tra le principali vittime dell’attuale tracollo delle compravendite.